Dentro il bunker antiatomico più grande d’Italia
Siamo entrati in uno dei bunker antiatomici più grandi d’Italia, un luogo che racconta decenni di storia e tensione globale. Situato nel cuore del Monte Moscal, a pochi chilometri da Verona, il bunker “West Star” si estende per 13.000 metri quadrati sotto 150 metri di roccia. Costruito tra il 1960 e il 1966 per volere della NATO, durante il culmine della Guerra Fredda, questo rifugio era progettato per resistere a un’esplosione nucleare di 100 chilotoni – cinque volte la potenza della bomba di Hiroshima.
Il nostro viaggio inizia oltre un cancello verde arrugginito, lungo un tunnel di quasi un chilometro che collega gli ingressi Alfa e Beta. Qui, durante gli anni di attività, fino a 500 tra militari e tecnici potevano trovare riparo, coordinando operazioni strategiche in caso di conflitto con il Patto di Varsavia. Le pareti di cemento armato, spesse due metri, e un sistema di sensori per rilevare anomalie esterne testimoniano l’ingegnosità dell’epoca. Dismesso nel 2007 e passato al Comune di Affi nel 2018, “West Star” è oggi al centro di un progetto di riconversione in museo sulla Guerra Fredda, come annunciato dal sindaco Marco Giacomo Sega.
La visita, organizzata dal FAI il 25-26 marzo 2023, ha attirato oltre 4.200 persone, ma l’accesso al cuore del bunker resta limitato per la presenza di amianto da bonificare. Tuttavia, il tunnel d’ingresso offre già un assaggio della sua imponenza. “È un patrimonio storico unico”, afferma il generale Gerardino De Meo, ex comandante NATO. Con il crescere delle tensioni globali, questo gigante sotterraneo torna a interrogare sul passato e sul futuro della sicurezza europea.

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